Monitoraggio Aerobiologico

AEROBIOLOGIA

L’Aerobiologia, (un dei  rami della biologia)  molto riduttivamente, si può definire come una scienza interdisciplinare, relativamente giovane, che ha lo scopo di studiare le particelle e microrganismi biologici contenuti e trasportati nell’aerosol. Nel suo ventaglio disciplinare, l’aerobiologia comprende anche la palinologia, ovvero lo studio dei granuli pollinici e delle spore fungine attuali e fossili.

Il  monitoraggio aerobiologico, in questo ambito, si occupa fondamentalmente della distribuzione quali-quantitativa dei pollini e delle spore soprattutto per la ricaduta che questi hanno e per l’ambiente (anche rispetto alla biodiversità) e per la salute “pollinosi”.

E’ bene ricordare, grazie a recenti scoperte scientifiche,  che la conoscenza della distribuzione aerobiologica aiuta a comprendere anche aspetti sui cambiamenti climatici e sulla presenza di specie vegetali aliene. Inoltre, a dimostrazione di come tutto è interconnesso, studi scientifici attestano che  l’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico possono contribuire all’aumento del numero di casi allergici e al peggioramento dei sintomi.

Monitoraggio AEROBIOLOGICO

L’ARPA Molise dal 14 marzo 2004 ha attivato a Campobasso il monitoraggio quali-quantitativo dei pollini e delle spore aerodispersi con particolare attenzione a pollini e spore  dall’incidenza più significativa e da un punto di vista ambientale che sanitario (allergologico).

Nel tempo è stata realizzata una rete di monitoraggio regionale costituita da tre centraline collocate, a  Campobasso, a Termoli e ad Isernia (quest’ultima, attivata nel febbraio del 2005, è per ora chiusa).

 Il laboratorio di Aerobiologia, operativo presso la sede dipartimentale di Campobasso, cura in toto questa attività  ed in continuo durante tutto l’anno.

I dati fino al 2023 sono stati settimanalmente  pubblicati sul sito della rete nazionale di monitoraggio POLLnet gestito dall’APPA Bolzano.

Oggi il sito ufficiale POLLnet, rete italiana di monitoraggio aerobiologico del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), è formato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e dalle Agenzie regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano per la protezione dell’ambiente (ARPA; APPA).

Premessa

La provincia di Campobasso è caratterizzata da una struttura territoriale /paesaggistica molto eterogenea. Dall’entroterra costituita da monti e colline, affiancando il fiume Biferno, che nasce alle falde del Matese (massiccio dell’Appennino sannita),  si transita, andando verso la costa, in scenari caratteristici della fondovalle del Biferno, composti da calanchi, dolci colline e pianure.

Va da se che questo  forte gradiente  ambientale, caratterizzato anche da parametri climatici quali Regione Temperato oceanica e Regione Mediterranea (sub continentale adriatica) dà  origine  a  differenze  rilevanti anche per diversità floristico-vegetazionale distribuite nel territorio ( molti, infatti, sono gli habitat di interesse comunitario).

CAMPOBASSO (701 ms.l.m.)

Campobasso, ha il campionatore pollinico collocato sul terrazzo/tetto del palazzo della Provincia. L’area limitrofa è caratterizzata da piante che appartengono principalmente alle famiglie delle: Pinacee, Oleaceae, Cupressaceae/Taxaceae, Betulaceae, Fagaceae, Ulmaceae, Lauraceae, Rosaceae, Salicaceae, Tiliaceae, Caprifogliaceae, Leguminosee, Ranuncolaceae, Urticaceae, ecc..

Va segnalato che la città, ha appellativo di“città giardino” per la presenza di viali alberati, aiuole e di giardini pubblici ricchi di essenze arboree alcune di pregio per la vetustà, per la rarità e per le dimensioni (cedri del Libano, cipressi, ginkgo biloba,tigli, allori, abeti rossi, ippocastani, olmi, sofore e sequoie).

 Inoltre, particolare è la presenza di un sito Sic (IT7222125  – Rocca Monforte) all’interno dell’area urbana, precisamente nella zona del castel Monforte roccaforte che domina la città. Tra le varie specie rare presenti in questo sito si ricorda quella del Taraxacum megalorrhyzum e dell’Atamantha macedonia subsp. macedonica.

La centralina pollinica di Campobasso cattura, principalmente, sia il polline “urbano”, importante soprattutto per l’aspetto sanitario legato alle pollinosi, che, ovviamente, quello delle aree prossime alla città. Queste comprendono zone boschive (vedi es. foto n.1), campi incolti e campagne dedicate all’agricoltura; per cui il polline proveniente da queste aree ed intercettato dal campionatore dà un ulteriore contributo informativo ambientale rafforzandone così la valenza e da un punto di vista dei cambiamenti climatici che della biodiversità.

1.CAMPOBASSO (701 ms.l.m.)

Campobasso, ha il campionatore pollinico collocato sul terrazzo/tetto del palazzo della Provincia. L’area limitrofa è caratterizzata da piante che appartengono principalmente alle famiglie delle: Pinacee, Oleaceae, Cupressaceae/Taxaceae, Betulaceae, Fagaceae, Ulmaceae, Lauraceae, Rosaceae, Salicaceae, Tiliaceae, Caprifogliaceae, Leguminosee, Ranuncolaceae, Urticaceae, ecc..

Va segnalato che la città, ha appellativo di“città giardino” per la presenza di viali alberati, aiuole e di giardini pubblici ricchi di essenze arboree alcune di pregio per la vetustà, per la rarità e per le dimensioni (cedri del Libano, cipressi, ginkgo biloba,tigli, allori, abeti rossi, ippocastani, olmi, sofore e sequoie).

 Inoltre, particolare è la presenza di un sito Sic (IT7222125  – Rocca Monforte) all’interno dell’area urbana, precisamente nella zona del castel Monforte roccaforte che domina la città. Tra le varie specie rare presenti in questo sito si ricorda quella del Taraxacum megalorrhyzum e dell’Atamantha macedonia subsp. macedonica. La centralina pollinica di Campobasso cattura, principalmente, sia il polline “urbano”, importante soprattutto per l’aspetto sanitario legato alle pollinosi, che, ovviamente, quello delle aree prossime alla città. Queste comprendono zone boschive (vedi es. foto n.1), campi incolti e campagne dedicate all’agricoltura; per cui il polline proveniente da queste aree ed intercettato dal campionatore dà un ulteriore contributo informativo ambientale rafforzandone così la valenza e da un punto di vista dei cambiamenti climatici che della biodiversità

Fig. 2.14 1  Campobasso- campionatore pollinico volumetrico VPPS Lanzoni 2000 (foto: M.S.Bucci , Dip. ARPA Molise)

 Si nota sullo sfondo vegetazione boschiva: trattasi di bosco di latifoglie composto in prevalenza

da querce caducifoglie

. TERMOLI  (15 m s.l.m.)

il 29 ottobre 2010 è stata attivata a Termoli la centralina di monitoraggio aerobiologico. Il campionatore è stato ubicato in area urbana e precisamente sul terrazzo/tetto dell’Ospedale San Timoteo.

L’area prossima al sito è prevalentemente caratterizzata da piante appartenenti principalmente alle famiglie delle Cupressaceae/Taxaceae, delle Pinaceae, delle Platanaceae e delle Oleaceae.  Sull’area di Termoli pesa, in termini ambientali, uno sviluppo industriale ed agricolo (soprattutto vigneti, frutteti ed oliveti). Comunque, in questa zona costiera le aree naturali, benché rispetto al passato ormai coprano modeste estensioni, sono di grande valenza ambientale, anche qui è presente un’alta biodiversità. Ne è di esempio il sistema dunale prossimo alla cittadina. Gli  habitat  dunali  si  succedono  dalla  spiaggia  all’entroterra,  dove  domina  poi  la  macchia  mediterranea  a  ginepro  coccolone  (Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa), la macchia a lentisco  (Pistacia lentiscus),  fillirea  (Phyllirea latifolia)  e  erica multiflora  (Erica multiflora), i lembi di bosco sempreverde a leccio (Quercus ilex), le pinete  litoranee a pino d’Aleppo (Pinus halepensis) e pino marittimo (Pinus pinaster). La piana costiera attualmente presenta aree residuali di bosco planiziare  composto da  querceto  misto  dominato  dal  cerro  (Quercus cerris).

Fig. 2.14 2  Termoli, campionatore pollinico volumetrico VPPS Lanzoni 2000 – Isole Tremiti all’orizzonte(foto: M.S.Bucci, Dip.ARPA Molise)