POLLINI
La valutazione della qualità dell’aria, dei suoi cambiamenti nel tempo e delle ripercussioni che l’attività dell’uomo provoca sull’atmosfera sono alcune delle tematiche su cui la ricerca ambientale è oggi impegnata. A tale riguardo, l’Aerobiologia e’ la disciplina scientifica che si occupa dello studio delle particelle biologiche che circolano nella nostra atmosfera, comprendendo sia organismi viventi quali batteri, spore, pollini, insetti ecc., che gas, polveri e fumi. In particolare l’Aeropalinologia si occupa del riconoscimento dei pollini e delle spore presenti nell’aria, ovvero di quelle particelle aerodiffuse che, in determinate circostanze, sono causa di “inquinamenti pollinici“ tali da arrecare allergie stagionali o pollinosi.
La pollinosi rappresenta uno dei più noti aspetti della patologia allergica che si manifesta con disturbi anche gravi delle funzioni respiratorie. La manifestazione allergica è provocata dalla presenza in aria di corpuscoli che, insieme ai granuli pollinici, costituiscono l’aeroplancton (spore, batteri, acari). Negli ultimi anni si è registrato un progressivo aumento delle patologie respiratorie legate alla sensibilizzazione a pollini aerodispersi soprattutto in ambito urbano. Le cause sono imputabili ad un alterato rapporto tra l’uomo e l’ambiente che vede un sempre crescente aumento dell’inquinamento dei luoghi di lavoro, domestici e urbani. In questo contesto, la valutazione quantitativa dei pollini e delle spore fungine aerodisperse è stata riconosciuta come un importante parametro di qualità dell’aria.
POLLINI E SPORE
Il polline rappresenta l’elemento maschile delle Spermatofite a cui è affidato il compito di fecondare gli ovuli delle piante superiori. Il polline che fuoriesce dalle antere e che raggiunge lo stigma del fiore femminile, germina, producendo un tubetto pollinico attraverso il quale il gamete maschile raggiunge quello femminile, fecondandolo e dando origine allo zigote dipoide, che diventerà l’embrione contenuto nel seme, capace di dar vita ad una nuova pianta.
Le specie polliniche di maggiore interesse dal punto di vista allergologico sono quelle che presentano un meccanismo riproduttivo basato sull’impollinazione anemofila, vale a dire che affidano il trasporto del polline al vento. I granuli pollinici di queste piante hanno spesso diametri ridotti (minore di 40 micron) tanto da poter rimanere a lungo sospesi nell’aria ed essere facilmente inalati. Le dimensioni hanno una notevole influenza sulla localizzazione dei granuli nei diversi tratti dell’apparato respiratorio, provocando una differente espressione allergica. Le particelle con diametro minore di 10 micron possono causare manifestazioni asmatiche. Inoltre, le piante a diffusione anemofila sono caratterizzate da un’elevata produzione di granuli pollinici che rappresentano la principale strategia per il successo dell’impollinazione. I pollini sono innumerevoli, microscopici e ubiquitari. Essi si diffondono nell’ambiente senza ostacoli, grazie al fatto d’essere piccolissimi e adattabili agli ambienti estremi, caratterizzati da alte o basse temperature, acidi o basici. Questa capacità gli è conferita da una sostanza (bio-polimero) chiamata SPOROPOLLENINA che riveste la parete esterna del granulo pollinico.
PARTICELLE AERODISPERSE
La presenza, la distribuzione e la frequenza di sensibilizzazione delle diverse specie allergeniche varia con il variare delle condizioni climatiche e floristico-vegetazionali, presenti nelle varie aree geografiche. In alcune zone la vegetazione originaria, può essere modificata dall’intervento dell’uomo per trasformazioni agricole, per rimboschimento, per accelerato sviluppo urbanistico, per scopi ornamentali o per mutate condizioni climatiche. Principalmente, i mutamenti climatici incidono notevolmente sulla fioritura e sul rilascio dei pollini da parte delle piante, con conseguenti variazioni dei periodi a rischio d’allergia. Per di più, i fenomeni meteorologici estremi, quali: il trasporto a lunga distanza, le particelle submicroniche diffuse in aria e i rapporti tra pollini ed inquinanti; sono elementi importanti per la comprensione della pollinosi.
VEDUTA AL MICROSCOPIO